Chianti Classico DOCG biologico «Cennatoio» Oro
Il «Cennatoio» è una azienda agricola che Emiliano, Leandro e Gabriella Alessi dirigono dal 1971. Il luogo, nel variare degli anni, è rimasto ugualmente «bello a vedere» come diceva Guido Cavalcanti. Dal «Cennatoio» si domina uno stupendo e tipico panorama del Chianti con colline piene di vigneti e oliveti, chiese e castelli e grandi boschi di querce. La particolare natura del terreno, galestroso, pietroso e duro a dissodarsi, nonché l’esposizione a mezzogiorno, è ideale per vitigni tipo Sangiovese Grosso, Cabernet Sauvignon e Merlot, questi ultimi contribuiscono in maniera decisiva alla produzione di vini davvero polposi, morbidi e dai profumi di frutti di bosco. Così, i vigneti pregiati del «Cennatoio», inframezzati dagli ulivi, si estendono per dieci ettari con una esposizione completamente a sud-sudest sul confine fra Firenze e Siena, a Panzano in Chianti.
Le uve di Sangiovese grosso e Colorino sono raccolte manualmente e fermentano a contatto con le bucce per circa due mesi in tini di cemento. La maturazione e l’affinamento avvengono dopo la fermentazione malolattica, trasferendo il vino in barrique per diversi mesi, mentre l’affinamento dura 3 mesi in bottiglia.
Ha un colore rosso rubino intenso con riflessi violacei, caratteristica data dalla lunga permanenza sulle bucce durante il processo di fermentazione. La tecnica di vinificazione favorisce molto gli intensi aromi fruttati e il forte impatto olfattivo di frutto maturo come la ciliegia marasca, la prugna e le dolci suadenze di rovere. Denso e potente si presenta in bocca un tannino vigoroso che si fa via via più morbido susseguentemente per dare spazio ad un frutto come la ciliegia e altri frutti a bacca rossa.
Consigli
Vino che si esprime bene con gli antipasti tipici toscani, ma non disdegna primi di pasta, ribollita, carne alla griglia e formaggi.
Curiosità
Un ulteriore aneddoto è che la parola «Cennatoio» deriva da «cenno» che a sua volta trae origine dalla vicinanza del luogo con le Stinche Alte, avamposto e carcere della Repubblica di Firenze sotto i Medici, quindi dall’uso di fare cenni ai soldati medicei, dal cortile della dimora.