Vino liquoroso Il Santo «Giglio»
La caratteristica principale de «Il Santo» liquoroso è data, rispetto al «Vin Santo Toscano», da un grado zuccherino più elevato. Tale caratteristica conferisce a «Il Santo» liquoroso un gusto morbido e dolce, ma senza eccessi. Intenso e persistente con sentori di mandorla, nocciola e cacao in bocca si presenta caldo e vellutato, con un orizzonte di sensazioni dolci ben amalgamate che lo rendono equilibrato e non stucchevole alla beva. Dotato di buona persistenza gustativa. Questo gli consente di abbinarsi perfettamente con biscotti, pasticceria secca e torte.
Consigli
Si abbina perfettamente con biscotti, pasticceria secca e torte. Il suo match perfetto però sono i cantuccini alla mardorla, i quali possono essere inzuppati nel vino per ammorbidirli e accentuarne il sapore. Servire fresco ma non ghiacciato, temperatura ideale 10-12°C.
Curiosità
L’origine del nome di questo vino da dessert ha varie teorie: una prima versione sostiene che un frate francescano nel 1350 circa curava le vittime della peste con un vino che era comunemente usato per celebrare messa; subito si diffuse la convinzione che tale vino avesse proprietà miracolose, portandogli l’epiteto di «santo».
Una seconda versione afferma che questo termine fu pronunciato durante il Concilio di Firenze del 1439: «Questo è il vino di Xantos!». Forse riferendosi a un certo vino passito greco e confondendo la parola «Xantos» con «santos», credettero di aver scoperto nel vino qualità degne di essere definite «sante».
L’ultima teoris, meno romantica ma probabilmente più plausibile, è l’associazione di questo vino al suo uso comune durante la «santa messa».